Eccoci ad un altro luogo bellissimo ed importante circa la vita di San
Francesco… la porziuncola: meravigliosa perla racchiusa dalla sua conchiglia
che è la basilica di Santa Maria degli Angeli.
CONTESTUALIZZIAMO… PRIMA DI VISITARE!

L’enorme madonna di bronzo
posta in cima alla facciata è solo del 1930.
Piccola curiosità: la nonna
del mio ragazzo mi ha raccontato che quando fu sistemata sulla chiesa, si era
sparsa la voce che si muovesse e quindi da tutti i paesi vicini cominciarono un
sacco di pellegrinaggi per vedere la madonna che si muoveva. In realtà non era
vero.. solo che a stare con la testa all’insù per ore intere è abbastanza ovvio
che sembra di veder muovere tutto! J
Perché visitare questo
luogo?
La cappella prende il nome
da il luogo su cui sorge che era denominato Portiuncola. Era una piccola
chiesetta abbandonata situata in una zona boscosa dove erano rilegati tutti i
lebbrosi della città di Assisi.
In Porziuncola San Francesco
si trasferisce da Rivotorto, quando le persone che lo seguono cominciano ad
essere troppe per quelle stalle dove stavano prima.
INFORMAZIONI UTILI:
La basilica è molto comoda perché si trova subito dietro la stazione
dei treni di Assisi.
Per chi arrivasse in macchina c’è un parcheggio gratuito in fondo al
piazzale di fianco dell’albergo “Domus Pacis” veramente comodo.
Uno dei tanti conventi intorno alla basilica che ospitano
pellegrini
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La scritta a lato della basilica da cui partono i
mattoni coi nomi delle persone che hanno fatto una donazione per la
ricostruzione di Assisi dopo il terremoto del 1997. Seguendo i mattoncini
si arriva ad Assisi a piedi .
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Santa Messa - Giorni feriali
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mattino: 7.00, 8.00, 9.00, 11.00
pomeriggio: 18.00 |
Santa Messa - Giorni festivi
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7.00, 8.00, 9.00, 10.00, 11.30, 17.00, 18.00
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Confessioni
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Dalle 6.30 alle 12.30 e dalle 15.30
alle 19.00
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Vespro
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ore 19:00
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DA VEDERE:
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ü La piazza antistante la basilica
perché è stata progettata così proprio per ricreare l’idea della zona boschiva
dove sorgeva la chiesetta. Dovete immaginare che i frati vivevano in capanne di
paglia e legno.
Quella che vedete in foto è La
scritta a lato della basilica da cui partono i mattoni coi nomi delle persone
che hanno fatto una donazione per la ricostruzione di Assisi dopo il terremoto
del 1997. Seguendo i mattoncini si arriva ad Assisi a piedi
ü La chiesetta La risistemò proprio San Francesco. Quando a
lui parlò il crocefisso dicendo: “Francesco va’ e ripara la mia casa che come
vedi è in rovina” pensò di dover restaurare la chiesa fisica e quindi dopo San
Damiano, concentrò le sue forze proprio sulla Porziuncola. Fermatevi, entrate,
respirate l’enorme Grazia che c’è in quel luogo.
ü Il transito Si tratta di un semplice
vano in pietra in cui era situata l'infermeria del primitivo convento.
San Francesco trascorre qui
gli ultimi giorni della sua vita e deposto nudo sulla nuda terra, vi muore la
sera del 3 ottobre 1226, dopo aver aggiunto gli ultimi versi al suo Cantico
delle creature:
"Laudato sii mi' Signore, per sora nostra
morte corporale da la quale nullo homo vivente po skappare: guai a quelli ke
morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime
voluntate, ka la morte secunda nol farrà male".
Ogni anno, il 3 ottobre,
verso il tramonto, si celebra qui solennemente la Commemorazione Nazionale del
Transito del Santo, Patrono d'Italia.
Il giorno 3 di ogni mese, al
termine della celebrazione dei Vespri i Frati della Porziuncola si recano
processionalmente alla Cappella del Transito per commemorare la nascita al
Cielo del Poverello d’Assisi[1].

E’ ACCADUTO: Più eventi sono accaduti durante il periodo
di permanenza di Francesco alla Porziuncola:
ü
NUMEROSE APPARIZIONI DEL SIGNORE IN COMPAGNIA
DELLA VERGINE MARIA
ü IL PERDONO DI ASSISI
Nel 1216, in una visione, Francesco ottiene da Gesù
stesso l'Indulgenza conosciuta come "Indulgenza della Porziuncola" o
"Perdono di Assisi", approvata dal Papa Onorio III.
ü VIENE FONDATO L’ORDINE DELLE CLARISSE
Il 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio (Santa
Chiara) scappa da Assisi e vi riceve dal Santo l'abito religioso, dando inizio
all'Ordine delle Povere Dame (Clarisse).
ü CAPITOLI DELLE STUOIE
Francesco radunava ogni anno
i frati da tutto il mondo per discutere la Regola e rimanere tutti uniti
nell’Amore in Cristo. Ancora oggi, ogni anno, i frati minori si incontrano per
il Capitolo delle Stuoie.
ü LA TENTAZIONE E IL ROSETO
Fortemente tentato Francesco
si gettò nudo nei rovi confidando in Dio, indicando con ciò un atteggiamento nè
di sfida nè dimostrativo di una presunta forza, capacità o follia.
Con la risolutezza di quell'atto, Francesco da un lato
manifesta la propria lotta contro ciò che poteva separarlo da Dio, cioé il male
a cui avrebbe potuto aderire. Su questo, quindi, tutti ci sentiamo richiamati
alla nostra responsabilità circa la custodia delle virtù e la decisione
nell'evitare il peccato, ciò che prima ancora di far male agli altri, fa male a
chi lo fa.
Dall'altro, dato che non sta tutto nelle mani
dell'uomo a cui dice il Signore "Senza di me non potete far nulla",
Francesco esprime la sua totale confidenza in Dio che solo può salvare da ogni
prova. Questa confidenza si traduce nella volontà di non evitare più ma nel
vivere la stessa prova sapendo di non essere soli.
La salvezza, come avviene sempre in questi casi, venne
da Dio che per prodigioso intervento mutò le rose rendendole, così come
tutt'ora sono, senza spine: la prova vissuta come l'ha vissuta Francesco ha
questa capacità di perdere le sue spine, ciò che spaventava prima di entrarci
perde la capacità di fare quel male che minacciava, nella misura in cui si
temeva.
La morte è l'ultimo roseto che ci si pone dinanzi e
che se affrontato con questo totale affidamento può essere persino chiamata
Sorella, come lo stesso Francesco l'accolse ancora dietro alla Porziuncola. Le
spine del "trapasso" vengono meno per lasciar posto alla realtà più
profumata di quel Transito che ci permette di tornare al Padre che ci ha creati
per amore[2]
Preghiera:
O alto e
glorioso Dio,
illumina le
tenebre de lo core mio.
Et dame fede
dricta, speranza certa e carità perfecta,
senno e
cognoscemento, Signore,
che faccia
lo tuo santo e verace comandamento. Amen.
Sono stato in pellegrinaggio alla Porziuncola insieme a mio fratello con la guida del nostro parroco e non sapevo che questo roseto che ho visto lì era miracoloso perché da quando San Francesco si buttò nudo tra le spine per resistere alle tentazioni le rose fino ad oggi e solo là crescono senza spine.
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