martedì 11 marzo 2014

Perchè questo blog?




Premettiamo subito una cosa (laviamocene le mani ed eliminiamo ogni possibilità di critica :) ): non sono brava a scrivere.
Questa pazza idea arriva adesso che mi sono trasferita a Perugia (da Verona) per raggiungere il mio fidanzato: perché non condividere i miei (limitati) pensieri e le mie piccole e semplici ricette che però mi permettono di fare sempre bella figura? Meglio chiedersi perché no…. Almeno a questa domanda non so dare una risposta e quindi lo faccio.
Dicevo di quest’idea… mi è venuta durante un momento di preghiera… già perché ho scoperto questo meraviglioso trucco: impregnare la quotidianità di preghiera, scoprire il Signore dentro ogni cosa che accade durante il giorno, mi rende davvero felice.
Certo, è molto facile scriverlo così. Poi su un blog dove neanche mi vedete in faccia… metterlo in pratica poi…. Io faccio molta fatica tutti i giorni! Però diciamo che quando ti riesce il tutto prende sapore, si riempie di sapidità.
Torniamo al perché… il nome forse non a molti richiama qualcosa ma è una storia che ha a che fare con San Francesco, un santo a cui sono molto legata.
Jacopa de’ Settesoli era una nobildonna romana. “Conobbe San Francesco d'Assisi nel 1210, quando il santo venne a Roma, e lo aiutò a trovare alloggio presso i Benedettini di Ripa Grande e ad ottenere udienza dal pontefice Innocenzo III. Quando Francesco sentì avvicinarsi la sua ultima ora, disse a un frate di scrivere una lettera per Jacopa, per informarla della sua morte imminente e chiedendole di raggiungerlo alla Porziuncola, recandogli una veste per la sepoltura, candele per il funerale e quei dolci che lei gli offriva quando si trovava malato nella Capitale.
Mentre i frati stavano cercando qualcuno che portasse la lettera (“A donna Jacopa, serva dell’Altissimo” - Fonti Francescane 253-255) a Roma, si udì bussare alla porta: Jacopa, che aveva presentito il desiderio di Francesco, era arrivata con i suoi figli e le fu permesso entrare, anche se le donne non erano ammesse nella clausura. Aveva portato tutto ciò che il Poverello desiderava, inclusi i "mostaccioli", i dolci fatti con mandorle, miele e altri ingredienti. Frate Jacopa invitata dal santo, accolta al di là della clausura, insignita da Francesco di un compito nell’ora solenne della sua morte, raffigura l’apertura del messaggio francescano a tutte le donne, agli uomini, all’umanità intera e non solo ai Frati che pure avrebbero potuto assolvere abbondantemente a tutte le necessità del momento. Un’apertura riconosciuta dai figli stesso del santo che pongono tra le sue braccia, alla venerazione delle sue lacrime, il corpo di Francesco morto, rendendo così Jacopa partecipe nel dolore e nel gaudio della eredità di Francesco. San Francesco ispirato da Jacopa nel
1221 fondò l'ordine dei "Fratelli e Sorelle della Penitenza" o "Terzo Ordine" dedicato ai laici che pur rimanendo a vivere nel mondo desideravano condurre una vita cristiana di stile francescano.”[1]
Ecco quindi spiegato il perché di questo nome: l’unione tra la passione per la cucina e il Santo che rappresenta per la mia vita la scoperta di un Dio che ama, che ti aspetta a braccia aperte e che vuole solo prendersi le tue schifezze e renderti più leggero per continuare a camminare.
Avete capito qualcosa di quello che sarà questo blog? immagino di no ma… restate con me!

Ilaria




[1] Sito: www.wikipedia.it; http://www.fratejacopaverona.it/jacopa.html

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